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IL MIO SI’ NEL SEGUIRE LA VOLONTÀ DEL SIGNORE TRAMITE MARIA

Non ho fatto altro che dire si alla Madonna e ora mi trovo nel giorno d’inizio pensando a tutto il mio cammino fin qui. Non si può esprimere a parole la sua grande tenerezza, il suo grande amore ma cercherò,  in questo breve scritto, di  spiegare come mi ha guidata passo,passo fino a questo monastero.

Nel mio cuore custodivo il desiderio di conoscere le monache di Santa Caterina e un giorno, in piazza della Minerva, ho trovato l’immagine dell’icona di San Luca del monastero domenicano di Monte Mario. Scoprendo così la mano di Santa Caterina sono andata appena ho potuto. Entrata nel parlatorio ho iniziato a sentire gioia e nell’avere la mano di S. Caterina sono stata travolta nell’anima dalla bellezza sublime della vita consacrata. Ancora oggi ne conservo il ricordo, però non ci sono parole adatte per spiegarlo ma posso dire che da quel momento mi sono chiesta per vari giorni chi potesse rifiutare una tale vocazione. Sono andata più di una volta a trovarle e ogni volta ho avuto un gran desiderio che non so come esprimere. Era come se il mio cuore rimanesse li. Mi sentivo indegna di una grazia così grande ma col tempo, cresceva sempre più l’attrazione verso la clausura fino a iniziare proprio a desiderarla e a dispiacermene se me la sconsigliavano. Nel dubbio chiedevo alla mia madre spirituale, causa della mia conversione,però mi ripeteva sempre le stesse parole: “Devi avere pazienza, i tempi del Signore non sono i nostri” quindi nell’attesa ho intensificato la preghiera. Tra i tanti segni, Gesù e Maria, mi hanno fatto vedere la differenza tra le monache che ho conosciuto e le varie suore che ho incontrato per caso. Ricordo ancora la gioia che mi pervadeva nel sentirle al telefono e la luce che ho visto in loro e una volta, in modo particolare su una di loro, in risposta ai miei dubbi. Ci tengo a precisare che non sono mancate le false vie, però il soffio di Dio si distingue per delicatezza.

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Un giorno, mentre seguivo la curiosità di cercare un monastero carmelitano (dopo aver letto il libro di suor Lucia di Fatima), ho sentito una grande nostalgia della mano di S. Caterina e del monastero, così sono andata ad Ottobre, nel mese della Madonna, a fare l’esperienza.

Appena ho varcato la soglia della clausura ho sentito un grande amore penetrarmi il cuore e in un impeto ho detto subito alla priora “questa è la mamma”. Per tutto il tempo dell’esperienza sono stata colpita da tutte e sentivo la comunità come la mia famiglia, eppure l’avevo appena conosciuta, ma sentivo lo Spirito di Dio che univa nella carità loro e me a loro per Cristo. Tornata a casa, non facevo altro che ripetere di aver trovato il paradiso già in terra per poi passare all’eterno e per tutto il tempo ho avuto la nostalgia del monastero e delle monache fino al ritorno definitivo.

 

Cosa mi ha colpito?

Amo tutto: iniziando dall’abito domenicano che differenzia le monache dalle suore di vita attiva e lo amo in modo particolare perché è stato dato direttamente dalla Madonna.

Il Rosario (preghiera contemplativa) che secondo tradizione è stato dato a S. Domenico, S. Caterina ed è il “gioiello prezioso” con cui la Madonna è apparsa varie volte consigliando di recitarlo.

La statua di S. Caterina che invano avevo cercato l’ho trovata in monastero.

Quel che mi ha sorpreso di più è che solo la Madonna sapeva i miei desideri e qui li ho trovati in una comunità che vive la carità nell’armonia dell’unità.

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Suor Maria Caterina OP

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