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LECTIO DIVINA




Le sette Lectio divina sul tema del Giubileo

Pellegrini di speranza

Ogni 27 del mese alle ore 19,00

sono una preparazione spirituale

per la festa della Madonna di San Luca,

che sarà il 27 giugno 2025.





Gesù e la donna Samaritana


Giunse così a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere».  (Gv 4,5-7)

Quest’anno siamo in cammino come pellegrini di speranza con tutta la Chiesa. Oggi meditiamo sul cammino di Gesù ispirandoci con le parole di papa Francesco, che in questo momento di malattia merita la nostra attenzione e preghiera.

Gesù venne a sapere che i farisei avevano sentito dire: «Gesù fa più discepoli e battezza più di Giovanni» sebbene non fosse Gesù in persona a battezzare, ma i suoi discepoli, lasciò allora la Giudea e si diresse di nuovo verso la Galilea. Doveva perciò attraversare la Samaria. Giunse così a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. (Gv 4, 1-6)

Secondo il bramo del vangelo, non sappiamo precisamente la città da dove parte Gesù e la città dove vuole raggiungere. Nella mappa possiamo vedere qualche città nominate nelle altre parte del vangelo. Giudea e la Galilea sono i territori abbastanza grandi. Gesù doveva attraversare la Samaria, una regione montuosa situata tra la Galilea a nord e la Giudea a sud. I pozzi, nell'antico Israele, zona non ricca di acque, erano una benedizione per la popolazione, che lì da generazioni poteva attingere acqua per sé e per il bestiame e altrettanto erano un punto d'incontro importante e nuziale. Infatti, presso il pozzo il servo di Abramo incontra Rebecca e la chiede in sposa per Isacco (Gn 24, 12-51), presso il pozzo Giacobbe conosce Rachele (Gn 29,1-20).

Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna».
«Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua».  (Gv 4, 7-15)

Le parole di Papa Francesco all’Angelus: 
Il racconto inizia con la richiesta di Gesù, seduto al pozzo e affaticato per il viaggio, rivolge alla donna: “dammi da bere”. Non dice ho sete, ma chiede un coinvolgimento. Non teme di parlare alla donna: quel “dammi da bere” è l’inizio di un dialogo schietto. “Da una parte, l’acqua come elemento essenziale per vivere, che appaga la sete del corpo e sostiene la vita” Dall’altro “l’acqua come simbolo della grazia divina, che dà la vita eterna. Nella tradizione biblica Dio è la fonte dell’acqua viva – così si dice nei salmi, nei profeti: allontanarsi da Dio, fonte di acqua viva, e dalla sua Legge comporta la peggiore siccità. 

Gesù dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità».
Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa».
Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te». (Gv 4, 16-6)

Papa Francesco continua: Torniamo al pozzo. Gesù è fermo e stanco. Entrambi hanno sete: cercano l’acqua, ma trovano altro. Gesù incontra la donna, di cui conosce la storia; lei incontra il Signore, ma non conosce ancora di quale sete deve saziarsi. Con quel “dammi da bere” inizia così l’incontro: Gesù le chiede da bere per evidenziare la sete che c’era in lei, non solo di acqua, ma di incontro, di relazione. Cristo, afferma Francesco, “è il Tempio dal quale, secondo la visione dei profeti, sgorga lo Spirito Santo, cioè l’acqua viva che purifica e dà vita. Chi ha sete di salvezza può attingere gratuitamente da Gesù, e lo Spirito Santo diventerà in lui o in lei una sorgente di vita piena ed eterna. La promessa dell’acqua viva che Gesù ha fatto alla Samaritana è divenuta realtà nella sua Pasqua: dal suo costato trafitto sono usciti ‘sangue ed acqua’. Cristo, Agnello immolato e risorto, è la sorgente da cui scaturisce lo Spirito Santo, che rimette i peccati e rigenera a vita nuova”.
La donna rimane colpita da come Gesù parla della sua situazione: quell’uomo potrebbe essere il Messia e va a raccontarlo alla sua gente. “Come la Samaritana, chiunque incontra Gesù vivo sente il bisogno di raccontarlo agli altri”. Anche noi, dice il Papa, “generati a vita nuova mediante il Battesimo, siamo chiamati a testimoniare la vita e la speranza che sono in noi. Se la nostra ricerca e la nostra sete trovano in Cristo pieno appagamento, manifesteremo che la salvezza non sta nelle “cose” di questo mondo, che alla fine producono siccità, ma in Colui che ci ha amati e sempre ci ama”.

MEDITAZIONE 

Il tempo quaresimale, ci ricorda il mistero della nostra redenzione. 
Questo è la sete di Dio – la nostra salvezza. 
Ringraziamo Dio per tutto ciò che ha fatto per salvarci? 

Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete».
Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l'aceto, Gesù disse: 
«È compiuto! ». E, chinato il capo, consegnò lo spirito. (Gv 19, 28-30) 






Enciclica Spe salvi di papa Benedetto XVI, pubblicata il 30 novembre 2007






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