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LA MANO della Santa porta il segno delle STIMMATE


La mano sinistra di santa Caterina da Siena fu asportata dal corpo durante l’apertura dell’urna nel 1487. A staccare questa parte del corpo della Santa fu fra’ Gioacchino Torriani O.P., Generale dell’Ordine, che ne fece dono alle monache domenicane della Congregazione di San Domenico e San Sisto, che risiedevano dove oggi risiedono le monache del Santo Rosario a Monte Mario a Roma. Di questa asportazione si ha notizia della cronaca del convento. Un certo Pietro Possino la esaminò nel 1673 e così la descrive: “Vidi la mano della Santa, finora chiaramente integra fino al carpo, con la carne essiccata e la pelle, quella certamente rugosa. E’ compatta come fosse di un morto recente. E’ inclusa in una grande teca d’argento ornata, appare attraverso il cristallo limpidissimo. E si vedono distintamente le impronte delle stimmate”. Così Caterina descrive l’episodio delle stimmate, ricevute in Pisa il 1 aprile 1375, al suo confessore Raimondo da Capua: Vidi il Signore confitto in croce, che veniva verso di me in una gran luce, e fu tanto lo slancio dell’anima mia, che voleva andare incontro al suo Creatore, che il corpo fu costretto ad alzarsi. Allora dalle cicatrici delle sue sacralissime piaghe vidi scendere in me cinque raggi sanguigni che erano diretti alle mani, ai piedi e al mio cuore. Conoscendo il mistero subito esclamai: Ah! Signore, Dio mio: te ne prego: che non appariscano queste cicatrici all’esterno del mio corpo. Mentre dicevo queste cose, prima che i raggi arrivassero a me, cambiarono il loro colore sanguigno in colore splendente, e sotto forma di pura luce arrivarono ai cinque punti del mio corpo, cioè alle mani, ai piedi e al cuore. (Legenda maior, § 195). Le stimmate di Santa Caterina sono state al centro di una diatriba piuttosto aspra fra l’Ordine francescano e l’Ordine domenicano, diatriba che durò secoli, in quanto i francescani non riconoscevano la validità delle stimmate di Santa Caterina, ma riconoscevano solo quelle di San Francesco. Mise fine a questa annosa controversia il Papa Urbano VIII, al secolo Maffeo Barberini, che sedette sul soglio di Pietro dal 1623 al 1644, il quale estese a tutta la Chiesa la festa della Santa facendo inserire il suo nome nel martirologio e volle che le stimmate di Santa Caterina fossero ricordate nella quinta lezione del Breviario Romano. (P. A. Scarciglia O.P. - Santa Caterina nei documenti papali – Quaderni cateriniani Siena 2002) Ricordiamo che la Chiesa ha riconosciuto i segni della passione di Nostro Signore Gesù a San Francesco d’Assisi, a Santa Caterina da Siena e a San Pio da Pietrelcina.

(da: La Patrona d'Italia e d'Europa n.3 Lu-Set..2007- Franca Piccini

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